SPAZIO “Love in care”

 

                  

 

A chi ci rivolgiamo e perché

 

Nella società attuale, le persone sono spesso vincolate ad investire in variegati percorsi di formazione, sempre meno circoscritti al proprio territorio di residenza e che portano spesso a cambiare Paese di residenza anche più volte in pochi anni. Inoltre la difficile ricerca del lavoro conduce le persone a recarsi fuori dalla propria città creando così la convivenza in reti informali eternamente provvisorie.

 

La precarietà di oggi ha fatto del lavoro la questione principale nella vita delle persone, soprattutto attorno ai 30 anni: quando il lavoro c’è gli si dedicano moltissimo tempo e moltissimi pensieri: “Verrò rinnovato? Mi faranno l’indeterminato? Devo dare il massimo”. Di conseguenza per le relazioni restano poche energie: le persone si incontrano velocemente nei locali, si frequentano altrettanto velocemente. E anche quando nasce un interesse è difficile accoglierlo: in un contesto di simile precarietà è dura ammettere che la propria felicità sia legata alla presenza di qualcun altro.

 

Ma anche in situazioni di maggiore stabilità territoriale o lavorativa negli ultimi anni è emersa sempre di più la difficoltà della generazione che ha 30/40 anni di instaurare relazione stabili e durature.

 

Una recente ricerca dell’Università della Bicocca condotta a Milano sottolinea come le relazioni tra i trentenni nel 2013 siano liaison «mordi e fuggi» di cui non si notifica nemmeno la fine, storie di qualche mese che non crescono. Guai a dire «stiamo insieme», al massimo «ci si vede/ci si frequenta». Perché? È l’infinita possibilità di incontri – una sorta di «bulimia» – che Milano e le grandi città offrono a frenare il desiderio di conoscere meglio qualcuno? O è la paura di mettersi in gioco, di mostrarsi per come si è? Oppure ancora la paura di sentirsi dipendenti dall’affetto di qualcuno, come accade quando ci si innamora, e quindi i trentenni si comportano come degli adolescenti, vivendo le relazioni in modo leggero.

 

Oltre a concentrare l’attenzione sulla difficoltà di instaurare relazioni affettive durature non possiamo però non prendere in considerazione anche tutta quella fascia di trenta/quarantenni che escono da lunghi rapporti, trovandosi ad affrontare separazioni e divorzi dolorosi e a dover rimettere in discussione la propria vita, i propri progetti e spesso la propria identità in una fase di vita in cui pensavano di averli già raggiunti.

 

Questa rimessa in discussione comporta non solo il lutto della perdita (la separazione) ma anche un rimettersi in gioco a livello sentimentale in una età in cui le caratteristiche personali sono maggiormente irrigidite e le esigenze verso il partner sempre maggiori. Ecco perché, come sottolineato da diversi studi, trovare un partner a 30/40 anni è molto più difficile che trovarlo a 20 anni.

 

 

 

Che cosa (ci) proponiamo

 

La nostra idea è quella di creare uno spazio in cui le persone possano, ogni settimana per 4 ore la settimana (dal 23 settembre 2013 al 27 luglio 2014) “fermarsi”, portare le proprie difficoltà affettive e relazionali nella coppia e ri-attivare le risorse personali per instaurare o ri-valutare relazioni significative.

 

Il progetto avrà luogo attraverso colloqui individuali gratuiti da SETTEMBRE 2013 a LUGLIO 2014 (da 1 a 3,  ipoteticamente ogni mercoledì e giovedì dalle 18 alle 20).

 

L'obiettivo dell'intervento psicologico è di supporto, in particolare si configura come un percorso di esplorazione della situazione contingente e di ri-attivazione di risorse soggettive.

 

  

 

In definitiva, gli obiettivi sono:

 

  • offrire una consultazione psicologica breve finalizzata a valutare i bisogni e la situazione relazionale attuale dell’individuo ;

  • focalizzare le soluzioni attuabili e riscoprire le proprie potenzialità inespresse;

  • promuovere la costruzione o la manutenzione delle relazioni attraverso l’attivazione o ri-attivazione delle reti amicali e familiari di sostegno e delle realtà aggregative presenti sul territorio.